Esportare fa bene
Ogni azienda che esporta, produce in media 25mila euro l’anno in più per ogni dipendente rispetto a una che non lo fa. Questo vale anche per le piccole realtà che hanno messo in campo le azioni necessarie per presidiare, nel medio-lungo periodo, il mercato di destinazione.
La prova è che su quasi 200mila aziende italiane che esportano, il 90% ha meno di 50 dipendenti.
Questa fotografia dell’export “Made in Italy” di fine anno – assieme alle stime 2019-2020 – è stata fatta all’interno del rapporto Ice-Prometeia.
A livello di export internazionale, nonostante i crescenti dazi, continua a crescere pur conoscendo un rallentamento.
A fronte poi di una domanda internazionale che rallenta, sono i beni intermedi a risentirne di più, tra i quali la meccanica, primo settore di export per il Made in Italy che, dunque, dovrebbe frenare un po’.
La prova è che su quasi 200mila aziende italiane che esportano, il 90% ha meno di 50 dipendenti.
Questa fotografia dell’export “Made in Italy” di fine anno – assieme alle stime 2019-2020 – è stata fatta all’interno del rapporto Ice-Prometeia.
A livello di export internazionale, nonostante i crescenti dazi, continua a crescere pur conoscendo un rallentamento.
A fronte poi di una domanda internazionale che rallenta, sono i beni intermedi a risentirne di più, tra i quali la meccanica, primo settore di export per il Made in Italy che, dunque, dovrebbe frenare un po’.
"Nel 2019 – ha spiegato Giuseppe Mazzarella, presidente pro tempore dell’ Agenzia Ice – sono previsti stanziamenti per 183,5 milioni per promuovere il commercio italiano all’estero. Il focus – ha aggiunto – sarà sulle Pmi, in modo che l’export non sia un fenomeno occasionale, ma divenga stabile".
Incrociamo le dita.